A Gravedona il Medioevo bisogna cercarlo a riva, là dove il lago ci restituisce la rarità di una chiesa bellissima: S. Maria del Tiglio, un’architettura di cui andarono famosi i Maestri Comacini ed oggi orgogliosi i gravedonesi. Testimonianza del romanico comasco, datata nella seconda metà del XII secolo, sorge sopra il precedente battistero (V sec.) dedicato a S. Giovanni Battista.
Unica nel suo genere, costruita con pietre bianche e nere nelle quali si leggono in rilievo simboli, lesene, archetti pensili, feritoie, strombi, profili e cordoni delle finestre, colonne, loggiati, absidi e oculi messi a significare ancor prima di un’arte particolare l’azione dello spirito.
Un’architettura che nella facciata sale dal basso generando quella torre che ci meraviglia o forse ci invita a cercarne l’origine culturale per chiarirci l’azzeccato sposalizio di un campanile con la facciata d’un battistero.
Catturare, nella singola bellezza di questo assieme architettonico, bassorilievi di immagini simboliche incastonate nelle pietre ancora leggibili aiuta a ripercorrere il cammino dell’anima ferita dal peccato e a comprendere la sua funzione di Chiesa/Battistero.
All’interno il desiderio di pregare è forte e l’assenza di colore non fa impressione, anzi, in un’epoca come la nostra dove tutto è pretesto per la pittura, ci si accorge quanto la pietra sia amica dell’uomo. E le pietre, dopo aver cantato, si fanno colore e si parlano con le immagini affrescate tra il XIV e XV secolo nelle quali si riconoscono i cicli di: “S. Giovanni Battista” e “I Re Magi”, un “Crocefisso” e una “Trinità”, “L’Adozione dei Magi”, un episodio della “Vita di S. Giuliano ospitaliere”, “La Vergine tra S. Nicola, un committente e un altro Santo”, “S. Gottardo”, “S. Stefano”, “S. Cristoforo”.
Di notevole interesse iconologico è l’affresco del “Giudizio Universale”, dal sapore giottesco. Sotto una composizione “a registro” le denominazioni di sette vizi e delle sette virtù raffigurate, paiono determinare, per i due gruppi di genti in alto, la condanna di Cristo Giudice mentre una Gerusalemme celeste ricorda il borgo gravedonese.
“…A sinistra (…)nella piana alberata dell’estuario del Liro,
dove sorgono, fasciati dal silenzio e di vecchiaia,
quei due preziosi gioielli dell’antichità cristiana,
la plebana S. Vincenzo e il Battistero di Santa Maria del Tiglio:
troppo noti ormai a studiosi e profani…”.
(Carlo Linati, da passeggiate Lariane,1937)
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Palazzo Gallio
L’imponente palazzo, edificato su un promontorio roccioso sporgente tra monti e lago, domina il paese.
Questa fastosa dimora fu voluta nel 1586 dal Cardinale e segretario di Stato al soglio pontificio Tolomeo Gallio. Investito da pochi anni ...
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Santa Maria del Tiglio
A Gravedona il Medioevo bisogna cercarlo a riva, là dove il lago ci restituisce la rarità di una chiesa bellissima: S. Maria del Tiglio, un’architettura di cui andarono famosi i Maestri Comacini ed oggi orgogliosi i gravedonesi. Testimonianza ...
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San Vincenzo
Fu eretta in forme romaniche intorno al 1072 su una basilica paleocristiana a tre navate e tre absidi del V secolo.
Del vecchio edificio sono ancora visibili parti delle murature esterne e delle absidi, anche la cripta, dedicata a Sant’Antonio, potr ...
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Santa Maria delle Grazie - (Il Convento)
La chiesa ed il convento agostiniano vennero fondati nel 1467, laddove era documentata la presenza di una chiesa altomedioevale dedicata al Salvatore e fu proprietà dei frati sino al 1772.
Il convento venne venduto a privati e attualmente è in s ...
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Santi Gusmeo e Matteo
La chiesa romanica è circondata da un grande parco di platani, per tradizione eretta sul luogo dove, così dice la leggenda, furono martirizzati e sepolti i due Martiri, i cui corpi furono ritrovati verso la metà del duecento.
L’antico edif ...
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Chiese minori
Chiesa della Madonna de la Soledad (Solitudine)
Apparteneva alla famiglia nobile dei Motti di Gravedona. Costruita tra il XVII e il XVIII secolo con la facciata rivolta sull’ultima piazza dell’antico borgo del paese, Piazza Mazzini.
Due ...
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Le Chiese delle Frazioni
Chiesa di San Carlo - frazione Travisa
La piccola chiesa, posta a mezza costa tra S. Croce e Gravedona, dedicata a S. Carlo Borromeo, principale collaboratore del Concilio di Trento, è stata costruita nel XVII secolo.
Al suo interno, so ...
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